Perché abbiamo bisogno di toccare?

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Touch (Mihail Korubin-Miho)

Ogni anno, i musei sostengono il costo di riparare i danni causati alle loro opere dai visitatori che li toccano. Perché le persone vogliono toccare oggetti che possono vedere chiaramente? Qual è la visione che aggiunge quel tocco? I filosofi, a partire da René Descartes, hanno tutti notato che il tocco ha fornito “un senso di realtà” e ci ha fatto sentire in contatto con il mondo esterno. Al contrario, gli psicologi tendono ad assumere che il tatto non ha superiorità intrinseca rispetto agli altri sensi. La nostra tendenza al “controllo dei fatti” al tatto è comune, ma rimane inspiegabile: dal resoconto biblico dell’apostolo dubbioso San Tommaso, vediamo ora un “effetto Tommaso” nei telefoni cellulari e in altre nuove tecnologie, dove le persone preferiscono ancora premere per selezionare gli elementi su uno schermo e nel punto vendita in cui i negozi consentono alle persone di toccare i prodotti. Negli studi clinici, i pazienti compulsivi tendono a controllare i rubinetti o le serrature al tatto, anche se possono vedere che sono chiusi. Ora un gruppo interdisciplinare di ricercatori con sede a LMU e School of Advanced Study (SAS), Università di Londra, ha pubblicato le prime prove scientifiche che di fronte a informazioni ambigue ci affidiamo alla nostra punta delle dita più dei nostri occhi. Nello studio, pubblicato su Nature Scientific Reports, hanno usato un’illusione percettiva – l’illusione “verticale-orizzontale” – che influenza sia il modo in cui vediamo le forme che il modo in cui le percepiamo. In questo, due fiammiferi formano una forma a T invertita e sono di diverse lunghezze. I partecipanti sono stati testati su una serie di lunghezze: alcune in cui le stecche sembravano vicine in lunghezza, e alcune in cui una sembrava chiaramente più lunga dell’altra. Erano più bravi a giudicare la lunghezza con la vista che con il tatto, e non sorprendentemente erano di solito più fiduciosi quando si affidavano anche alla vista. Fondamentalmente però, quando le lunghezze erano difficili da giudicare e i partecipanti stavano effettivamente indovinando, intuirono con maggiore sicurezza quando toccavano gli oggetti rispetto a quando li vedevano solamente. Da questi dati, sembra che, quando il contesto è ambiguo, il nostro senso del tatto non fornisca informazioni accurate – ci dà un senso di certezza – una presa più stretta sulla realtà. Capire la posizione privilegiata del tatto tra i sensi sembra incredibilmente difficile per le neuroscienze moderne. Toccarsi, dopotutto, è come gli altri sensi: a volte è buono, cattivo agli altri e tutto dipende dal contesto e dal compito. Dall’articolo si evince che non è che sia migliore o più accurato degli altri sensi, ma che ci fa sentire meglio. Ciò dimostra che Cartesio aveva ragione, quando ha affermato che il tatto era il più difficile da mettere in dubbio. I risultati suggeriscono che le possibili origini del controllo al tatto, nella vita di tutti i giorni o nei disturbi compulsivi, non è solo la necessità di avere un secondo tipo di controllo sulla realtà, ma deriva dallo specifico tipo di rassicurazione che il tatto dà. Vedere, come dice l’espressione, può essere semplicemente credere, ma la verità risiede nel tatto.

Daniele Corbo

Bibliografia: “Confidence is higher in touch than in vision in cases of perceptual ambiguity” by Merle T. Fairhurst, Eoin Travers, Vincent Hayward & Ophelia Deroy in Scientific Reports. Published October 23 2018.

8 commenti Aggiungi il tuo

  1. Paola C. ha detto:

    L’ha ribloggato su Vita da Museoe ha commentato:
    Lavorando in un museo ho a che fare tutti i giorni con genet che tocca. E allora non potevo non ribloggare questo articolo di Daniele Corbo su Orme Svelate. Buona lettura!

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    1. Ero certo che avresti confermato il mio articolo… Grazie

      Piace a 1 persona

  2. Sara Provasi ha detto:

    La mia amica lavora nei musei e confermerebbe! 😅
    Io invece lo confermo perché se incontro un bel cagnolino o gattino, poterli accarezzare è tutta un’altra cosa! 😍😂

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    1. Si, direi che è un’altra cosa… 😂😊😘

      Piace a 2 people

      1. Sara Provasi ha detto:

        Eh sì! 😄😄😘

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  3. Anonimo ha detto:

    Tocchiamo perché siamo a caccia del passato, l’eco del passato peccherà te.

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