
Schadenfreude, termine tedesco che deriva da Schaden (“danno”) e Freude (“gioia”) che indica il senso del piacere che le persone traggono dalla sfortuna altrui, è una sensazione familiare a molti (il famoso “mal comune mezzo gaudio”), forse soprattutto in questi tempi di media sociali pervasivi. Secondo un articolo degli psicologi della Emory University, questa emozione comune, ma mal compresa, può fornire una preziosa finestra sul lato oscuro dell’umanità. New Ideas in Psychology ha pubblicato questa review, che ha attinto prove trentennali di ricerca sociale, di sviluppo, di personalità e clinica per ideare un nuovo quadro per spiegare sistematicamente lo schadenfreude. Gli autori propongono che lo schadenfreude comprende tre sottomodalità separabili ma interconnesse – aggressività, rivalità e giustizia – che hanno distinte origini di sviluppo e correlazioni di personalità. Gli scenari che suscitano lo schadenfreude, come i conflitti tra gruppi, tendono a promuovere anche la disumanizzazione, che è il processo che porta a percepire una persona o un gruppo sociale come privi degli attributi che definiscono cosa significa essere umani. Può andare da forme sottili, ad esempio supponendo che qualcuno di un altro gruppo etnico non senta tutta la gamma di emozioni come fanno i membri del proprio gruppo, fino a forme marcate – come equiparare chi compie reati di tipo sessuale agli animali. Gli individui che disumanizzano regolarmente gli altri possono avere una predisposizione verso lo schadenfreude. La disumanizzazione può anche essere situazionale, come i soldati che disumanizzano il nemico durante una battaglia. Questa revisione della letteratura suggerisce fortemente che la propensione all’esperienza schadenfreude non è del tutto unica, ma che si sovrappone sostanzialmente con molti altri tratti della personalità “oscura”, come il sadismo, il narcisismo e la psicopatia. Inoltre, diverse forme di schadenfreude possono riferirsi in qualche modo in modo diverso a questi tratti spesso malevoli. Un problema con lo studio del fenomeno è la mancanza di una definizione concordata di schadenfreude, che letteralmente significa “gioia del male” in tedesco. Sin dai tempi antichi, alcuni studiosi hanno condannato lo schadenfreude come malvagio, mentre altri lo hanno percepito come moralmente neutro o addirittura virtuoso. Schadenfreude è un’emozione misteriosa difficile da assimilare. È una specie di esperienza calda e fredda che è associata a un senso di colpa. Può farti sentire strano provare piacere quando senti parlare di cose brutte che accadono a qualcun altro. Gli psicologi vedono lo schadenfreude attraverso la lente di tre teorie. La teoria dell’invidia si concentra su una preoccupazione per l’autovalutazione e una diminuzione dei sentimenti dolorosi quando qualcuno percepito come invidiabile viene abbattuto. La teoria della meritocrazia collega lo schadenfreude a una preoccupazione per la giustizia sociale e la sensazione che qualcuno abbia avuto a che fare con una disgrazia che altrimenti sarebbe potuta arrivare a loro. La teoria intergruppo-conflitto riguarda l’identità sociale e lo schadenfreude vissuto dopo la sconfitta di membri di un gruppo rivale, come durante competizioni sportive o politiche. Gli autori del presente articolo volevano esplorare in che modo tutte queste diverse sfaccettature di schadenfreude sono correlate, come differiscono e come possono sorgere in risposta a queste preoccupazioni. La loro analisi ha approfondito il ruolo primordiale di queste preoccupazioni dimostrate negli studi di sviluppo. La ricerca suggerisce che i bambini piccoli da otto mesi dimostrano un sofisticato senso di giustizia sociale. Negli esperimenti, hanno mostrato una preferenza per i burattini che hanno assistito un burattino buono e che hanno punito i burattini che avevano esibito un comportamento antisociale. La ricerca sui bambini sottolinea anche le prime radici dell’aggressività tra gruppi, dimostrando che, entro nove mesi, i bambini preferivano i burattini che punivano gli altri che non erano come loro. Quando pensi al normale sviluppo infantile, pensi ai bambini che diventano buoni e socievoli. Ma c’è un lato oscuro nel diventare animali sociali. Crei amici inglobandoli nel tuo gruppo, mentre decidi di escluderne altri. La disperata rivalità appare ad almeno cinque o sei anni, quando la ricerca ha dimostrato che i bambini a volte scelgono di massimizzare il loro guadagno su un altro bambino, anche se devono sacrificare una risorsa per farlo. Nel momento in cui raggiungono l’età adulta, molte persone hanno imparato a nascondere qualsiasi tendenza a fare un sacrificio solo per dispetto, ma potrebbero essere più aperti a fare sacrifici che sono considerati pro-sociali. L’articolo di revisione pone una teoria unificante e motivazionale: le preoccupazioni dell’autovalutazione, dell’identità sociale e della giustizia sono le tre motivazioni che spingono le persone verso lo schadenfreude. Ciò che distoglie le persone dallo schadenfreude è la capacità di provare empatia per gli altri e di percepirli come pienamente umani e di mostrare empatia per loro. Le persone comuni possono temporaneamente perdere l’empatia per gli altri. Ma quelli con determinati disturbi di personalità e tratti associati – come la psicopatia, il narcisismo o il sadismo – sono meno capaci o meno motivati a mettersi nei panni degli altri. Tutti noi purtroppo abbiamo avuto esperienze di schadenfreude, ma non ci piace pensarci troppo perché dimostra quanto possiamo essere ambivalenti con i nostri simili umani, ma lo schadenfreude indica le nostre preoccupazioni radicate ed è importante studiarlo in modo sistematico se vogliamo comprendere la natura umana.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Schadenfreude deconstructed and reconstructed: A tripartite motivational model” by Shensheng Wang, Scott O. Lilienfeld, and Philippe Rochat in New Ideas in Psychology. Published October 23 2018.
Mi è piaciuto moltissimo, davvero.
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Immaginavo che questo articolo, di stampo più sociale/filosofico ti appassionasse …
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😀 ok, sono diventata prevedibile. 😛
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No, è che inizio a conoscerti😉
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L’ha ribloggato su Alessandria today.
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L’ha ribloggato su Antonella Lallo.
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E una sensazione che provo da tropo tempo di alcune persone che mi gravitano intorno e che nn voglio più…
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Le persone che scegliamo devono portarci serenità altrimenti ci si fa male a vicenda…
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Ma se si avvicinano da sole? E si fa fatica ad allontanare questa morbosa esigenza?
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Sono i nostri atteggiamenti a far avvicinare alcune persone, non succede per caso. E poi si fa fatica perché il nostro lato patologico si alimenta di queste persone
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Dici? Ma io mi sento libera… trasparente e nn di sicuro invidiosa di X o y… ma ho notato specie negli ultimi tempi che si sono avvicinate donne che nn avevano un buon rapporto con la loro consapevolezza… nn so spiegarti… ma nn mi sento io “sbagliata…” anzi stufa marcia di questi atteggiamenti… boh… amiche che godono se un uomo mi dava buca o addirittura scontente da trasmettermi rabbia se andava bene… mamme che han messo tronchi tra me e x persona… tutto per? Ora basta… io sono sempre stata la stessa e nn voglio vampiri intorno a me… se qualcuno mi vuole infelice… vivrà la sua per primo… io la vedo così… che stress… fa paura…
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Infatti non sei per niente sbagliata, forse sei molto accogliente per cui queste “amiche” si legano a te e poi temono di perderti come figura esclusiva
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Boh… io so solo che nn ho paura di stare sola anche se nn è bello e nn mi piace sempre… e anche se spesso mi isolo per capirmi specie quando soffro… passeggio… ascolto musica, natura animali… piango rido ma nn mi attacco s nessuno per assorbire energie…. e “sperare” nei fallimenti… altrui… anche se “odio” l interlocutore… quindi vuol dire che è possibile farlo. Si soffre ma superato poi si cresce… è dura è durissima ma è così… cavolo! Che rabbia!
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Quella descritta nell l’articolo per l’esattezza…
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Esatto
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Quasi quasi ci si sente sbagliati ad allontanare questa ambiguità
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È una trappola della nostra mente. In realtà ci vuole forza e si fa il bene proprio e dell’altra persona
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Posso condividere l’articolo?
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Certo, con piacere
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È tropo attuale… e io ne risento un sacco… mi spegne mi blocca mi condiziona avere certa gente intorno
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Non ti fa bene
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Lo so e come se lo so… mi sentivo prigioniera di un bisogno altrui… è bruttissimo come ostaggio di un maniaco… e a me è successo con amiche nn con uomini… io ho un problema con le donne… spesso mi odiano… 🤷🏻♀️🤷🏻♀️🤷🏻♀️
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Forse sei attratta dal sentirti importante per delle figure femminili, come se dovessi superare legami irrisolti, ma poi finisci per restarne intrappolata
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Vernante no credimi… io nn sono affatto attratta… credo di essere io motivo ti attrazione per persone così… credimi… io nn sono così meschina… anzi… ho il vaffa facile… 😜
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Ti credo e comunque non saresti meschina, non sarebbe un comportamento volontario da parte tua. Comunque non assecondare le manie degli altri non va mai bene e questo ti dovrebbe incoraggiare ad allontanare queste amicizie
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Ti comprano con finti favori… con il controllo che hanno su di te se hai bisogno anche di un minimo favore e lo sanno… no io nn sono così… libertà vuol dire anche consapevolezza di sè… nel bene e nel male… e ripeto… costa tanto ma tanto… come tutto
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Forse sto anche andando fuori tema ma era da tanto che nn ti seguivo e ho letto il titolo… cavolo mi sono riletta solo nel titolo… comunque grazie!
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Non preoccuparti, è un piacere parlare con te… Però le persone manipolatrici con gelosia morbosa non ti fanno bene, infatti accumuli tantissima rabbia.
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Si sono allontanate da poco e almeno da quel punto di vista mi sento “strana” come se fossi tornata come ero prima… un po’ più libera… boh… nn so… son confusa 😘grazie per i tuoi articoli, consigli e commenti…
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Di niente, non farti rubare la tua libertà interiore… Buon fine settimana, un abbraccio 😘
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😘
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