
Modelli di sonno possono predire l’accumulo di proteine patologiche dell’Alzheimer più avanti nella vita, secondo un nuovo studio di uomini e donne anziani pubblicato su Journal of Neuroscience. Questi risultati potrebbero portare a nuove diagnosi precoci basate sul sonno e misure di prevenzione nel trattamento della malattia di Alzheimer. La malattia di Alzheimer è associata ad un sonno interrotto e all’accumulo di tau e proteine nel cervello, che possono emergere molto prima che appaiano i disturbi caratteristici della memoria. Due tipi di onde del sonno ippocampale, oscillazioni lente e fusi del sonno, sono sincronizzati in individui giovani, ma hanno dimostrato di non essere coordinati nella vecchiaia.I ricercatori hanno riscontrato una diminuzione delle oscillazioni lente/la sincronizzazione del sonno era associata a un più alto tau, mentre un’ampiezza ridotta dell’attività delle onde lente era associata a livelli più alti di β-amiloide. I ricercatori hanno anche scoperto che una diminuzione della quantità di sonno durante l’invecchiamento, dai 50 anni ai 70, era associata a livelli più alti di β-amiloide e tau più tardi nella vita. Ciò significa che i cambiamenti nell’attività cerebrale durante il sonno e la quantità di sonno durante questi periodi di tempo potrebbero servire come un segnale di avvertimento per la malattia di Alzheimer, consentendo cure precoci preventive. Il sonno si conferma un indicatore importante del benessere individuale della persona.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Sleep as a potential biomarker of tau and β-amyloid burden in the human brain”. Joseph R. Winer, Bryce A. Mander, Randolph F. Helfrich, Anne Maass, Theresa M. Harrison, Suzanne L. Baker, Robert T. Knight, William J. Jagust and Matthew P. Walker.
Immagine: Sleep Painting (Jaroslav Leonets)
Davvero interessante
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Grazie cara. Il sonno è un aspetto della vita che non va mai trascurato, è importantissimo curare l’igiene del sonno.
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Già! 🙂
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