
In un giorno in cui alcune regioni si apprestano ad eleggere i loro governatori è interessante approcciarsi alla politica da un punto di vista neuroscientifico. Succede che la campagna elettorale di uno stesso candidato utilizzi un carattere diverso sui cartelli nelle aree rurali rispetto ai cartelli in città. Perché questo candidato dovrebbe utilizzare più caratteri? Esperti di messaggistica politica hanno trasformato la domanda in un accattivante progetto di ricerca. “What is in a Font ?: Ideological Perceptions of Typography” mette in discussione il potenziale impatto sugli elettori se si ritiene che i caratteri abbiano attributi politici. Gli individui percepiscono i caratteri come liberali o conservatori. Più le persone vedono un carattere allineato alla loro ideologia, più lo favoriscono. I caratteri che rientrano nella categoria serif – quelli decorati con una piccola linea o tratto – sono considerati più conservatori rispetto ai caratteri nel gruppo sans serif, sebbene esistano differenze all’interno delle famiglie di caratteri. Questa ricerca è di interesse per chiunque abbia a cuore le comunicazioni politiche e i risultati hanno chiare implicazioni per i professionisti delle campagne politiche. Quando scegli l’identità visiva di un candidato, devi considerare come le persone percepiscono quel carattere. I risultati sono arrivati da due esperimenti di indagine. La prima classificazione dei caratteri utilizzati, come serif o sans serif, e stili di carattere (normale, grassetto, corsivo). Un totale di 987 partecipanti al sondaggio hanno letto la frase “la rapida volpe marrone saltò sul cane pigro” presentata in ogni stile di carattere tipografico e due caratteri tipografici che rappresentano le categorie serif e sans serif: Times New Roman e Gill Sans. Gli intervistati hanno quindi valutato il carattere tipografico come liberale o conservatore e hanno risposto a diverse misure demografiche relative alla loro ideologia politica, appartenenza al partito, età, genere e razza. Durante il secondo esperimento, i ricercatori hanno utilizzato una gamma più ampia di caratteri tipografici, inclusi più caratteri tipografici all’interno della stessa famiglia di caratteri. I partecipanti leggono una frase o un nome scritto in uno dei due serif (Jubilat o Times New Roman), uno dei due sans serif (Gill Sans o Century Gothic) e un carattere di visualizzazione (Sunrise, Birds of Paradise o Cloister Black Light). I ricercatori hanno affermato di aver scelto il carattere Jubilat perché è stato utilizzato nella campagna presidenziale del Senatore Bernie Sanders nel 2016 e Century Gothic a causa della sua stretta approssimazione al carattere Gotham utilizzato dall’ex presidente Barack Obama durante la sua campagna del 2008. Nel complesso, i risultati hanno mostrato che i caratteri tipografici, le classificazioni dei caratteri tipografici e gli stili dei caratteri tipografici sono percepiti con tendenze ideologiche diverse e questo potrebbe moderare la diversità ideologica del candidato. Questo studio dimostra che il carattere gioca un ruolo nella comunicazione politica, trasmettendo l’ideologia attraverso l’anatomia delle sue forme letterali. Attraverso questa ricerca, gettano le basi per studi futuri che potrebbero identificare le relazioni tra caratteri e risultati persuasivi nella comunicazione politica.
Daniele Corbo
Bibliografia: “What’s in a Font?: Ideological Perceptions of Typograph”. Katherine Haenschen and Daniel J. Tamul. Communication Studies
Immagine: Vote for me (Mario Bertorelli)
Immagino che sia un articolo molto interessante per coloro che si occupano di grafica.
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Immagino anche io. Comunque è interessante anche da un punto di vista scientifico
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Lo studio potrebbe essere collegato alla cultura della società americana che lo ha espresso, e forse è un po’ azzardato generalizzarne le osservazioni o scoperte. Comunque è interessante anche dal punto di vista grafologico. Si spera poi che nel rispondere ai quesiti, soprattutto di natura politica, gli esaminati siano stati sinceri.
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Effettivamente sono stato azzardato a proiettarlo anche alla nostra cultura, ma credo che un discorso di questo tipo possa essere anche fatto, nel senso che andrebbero analizzati tutti gli elementi più subliminali che possono condizionare le scelte, anche e soprattutto nel voto.
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Certamente, condivido. Era solo una miaprecisazione, perché poteva non essere del tutto evidente il discorso. Sono un po’ pignola, a volte…. lo ammetto
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Anche se non mi occupo di grafica quanto scrivi è degno di nota…
Ogni dettaglio nella comunicazione reca con sè un senso sebbene a noi sfugga.
Spesso mi son chiesta quali messaggi subliminali veicolano i vari font; so che Arial ha un’aria essenziale e un pò burocrate.
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Grazie! Si, è un discorso molto interessante che andrebbe approfondito ulteriormente.
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