
La sensibilità di una persona agli stimoli esterni dipende non solo dallo stato del suo sistema nervoso, ma anche dal suo ciclo cardiaco. Di solito non notiamo il battito del nostro cuore, prestando attenzione ad esso solo in situazioni insolite, come nei momenti di eccitazione prima di un’esibizione o durante l’aritmia. Il cervello sopprime attivamente la percezione del battito cardiaco, ma di conseguenza può essere influenzata anche la nostra percezione di altri stimoli sensoriali. Questa conclusione è stata fatta in un articolo da un team di scienziati dell’Istituto Max Planck per le scienze cognitive e cerebrali umane (Lipsia). Un ciclo cardiaco è costituito da due fasi: sistole e diastole. Durante la sistole, i muscoli del cuore si contraggono e durante la diastole si rilassano. È stato precedentemente suggerito che una persona è più suscettibile a vari stimoli durante la diastole e meno sensibile durante la sistole. Per scoprire cosa succede al cervello durante le diverse fasi del ciclo cardiaco, gli scienziati hanno condotto un esperimento stimolando le dita di 37 soggetti con una corrente elettrica appena percettibile. Dopo ogni test, ai partecipanti è stato chiesto se avvertivano stimoli. Allo stesso tempo, la loro attività cerebrale e cardiaca è stata monitorata con EEG ed ECG, rispettivamente. Come previsto, durante la sistole, i partecipanti spesso non hanno notato la presenza di stimoli. Una diminuzione della sensibilità è stata accompagnata da un cambiamento nell’attività cerebrale. Le registrazioni EEG possono mostrare il potenziale P300 associato al rilevamento degli stimoli. Durante la sistole, questo potenziale era meno pronunciato. È interessante notare che l’ampiezza del battito cardiaco pre-stimolo ha evocato il potenziale correlato negativamente con il rilevamento e la localizzazione degli stimoli somatosensoriali. Pertanto, maggiore è il potenziale causato dal battito cardiaco, minore è il potenziale di P300 e maggiore è la probabilità che il soggetto non rilevi la corrente. I ricercatori ritengono che il cervello preveda quando si verificherà la successiva contrazione del cuore e sopprimerà la percezione degli stimoli più fortemente nella fase della sistole, in modo da non essere distratti dal nostro ritmo cardiaco o confonderlo con uno stimolo esterno. Questi risultati sono interessanti poiché mostrano che la nostra percezione cosciente del mondo esterno può cambiare all’interno di ogni ciclo del battito cardiaco, che è un evento ritmico al quale non prestiamo principalmente attenzione. Pertanto, questi risultati suggeriscono che non solo il cervello ma anche il corpo svolgono un ruolo importante nel modellare la nostra coscienza. I risultati dello studio possono fornire nuove informazioni sulla comprensione dei processi neuronali associati alle condizioni di ansia. Tali condizioni sono associate non solo a un cambiamento nella frequenza cardiaca, ma anche a un cambiamento nella percezione del proprio battito cardiaco.
Daniele Corbo
Bibliografia:“Heart–brain interactions shape somatosensory perception and evoked potentials” by Vadim Nikulin et al. PNAS
Immagine: The image is in the public domain.
Molto interessante.
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Grazie. Buona giornata Rita
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