
Gli adulti di mezza età che riferiscono sintomi di insonnia e dormono meno di sei ore a notte possono essere maggiormente a rischio di deterioramento cognitivo, secondo uno studio dei ricercatori del Penn State College of Medicine. I risultati possono aiutare gli operatori sanitari a capire quali pazienti che riferiscono di insonnia sono a maggior rischio di sviluppare demenza. L’insonnia è caratterizzata da segnalazioni di difficoltà ad addormentarsi, difficoltà a dormire o svegliarsi troppo presto e non essere in grado di riaddormentarsi. Quando questi sintomi si verificano almeno tre notti a settimana e per almeno tre mesi, è considerato un disturbo cronico. I ricercatori hanno scoperto che gli adulti che hanno riportato insonnia e hanno ottenuto meno di sei ore di sonno misurato in laboratorio avevano due volte più probabilità di avere un deterioramento cognitivo rispetto alle persone con gli stessi disturbi di insonnia che hanno dormito sei o più ore in laboratorio. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Sleep. Circa il 25% della popolazione generale adulta riferisce sintomi di insonnia e un altro 10% soffre di insonnia cronica. Essere in grado di distinguere quali di questi individui sono a rischio di ulteriori condizioni di salute avverse è fondamentale. Questo studio rafforza la necessità di misurare oggettivamente il sonno degli adulti che si lamentano di insonnia. In una ricerca precedente, il team ha scoperto che gli adulti con insonnia che dormivano meno di sei ore erano a rischio per varie condizioni cardiometaboliche, tra cui ipertensione, diabete, malattie cardiache o ictus e problemi di salute mentale, come la depressione. Questi nuovi risultati dimostrano che questi adulti di mezza età hanno anche un aumentato rischio di deterioramento cognitivo, che può essere un indicatore precoce di demenza futura in una percentuale significativa di loro. I ricercatori hanno esaminato i dati della Penn State Adult Cohort, un campione di popolazione selezionato in modo casuale di 1.741 adulti che avevano una notte di sonno misurata. Prima di misurare il sonno in una stanza con suono, luce e temperatura controllata, i partecipanti hanno completato una storia clinica, un esame fisico e un questionario per identificare i disturbi del sonno auto-riferiti, le condizioni di salute fisica, i problemi di salute mentale e l’uso di sostanze. Sono stati anche valutati per il deterioramento cognitivo prima di dormire in laboratorio, inclusi i test che hanno valutato l’attenzione, la memoria, il linguaggio e altre misure. I ricercatori hanno scoperto che gli adulti che hanno riportato sintomi di insonnia o insonnia cronica e hanno dormito meno di sei ore in laboratorio avevano due volte più probabilità di avere un deterioramento cognitivo rispetto a chi dormiva bene. Hanno anche scoperto che questa associazione era particolarmente forte per gli adulti con condizioni cardiometaboliche coesistenti e deterioramento cognitivo, che può essere un indicatore di deterioramento cognitivo vascolare, una condizione in cui una cattiva salute cardiovascolare si traduce in una compromissione della funzione cerebrale. Gli adulti che hanno riportato insonnia ma che hanno dormito sei o più ore in laboratorio non erano a rischio di deterioramento cognitivo rispetto a chi dormiva bene. Il team di ricerca ha tenuto conto delle potenziali differenze nei fattori sociodemografici, tra cui età, sesso, razza, etnia, anni di istruzione, e la presenza di problemi di salute fisica e mentale, inclusa l’apnea notturna, nonché l’uso di sostanze, come il fumo e l’assunzione di alcol. Avere solo una notte di sonno misurata ha limitato la conclusione dello studio agli studi sul sonno in laboratorio e ha avvertito che questi dati non dimostrano la causalità. Tuttavia, dimostrano ulteriormente che l’insonnia, il deterioramento cognitivo e le condizioni cardiometaboliche, come l’ipertensione, il diabete e le malattie cardiache, spesso tendono a manifestarsi contemporaneamente negli adulti che dormono meno di sei ore in laboratorio ma non in quelli che possono dormire sei ore o più. Questo studio è importante perché è il primo grande studio prospettico statunitense che associa l’insonnia al rischio cognitivo. I recenti progressi scientifici indicano che il cervello dipende dal sonno. Comprendere la connessione tra carenza di sonno e declino cognitivo precoce potrebbe portare a trattamenti migliori per l’insonnia.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Evidence for the Etiopathogenesis of Insomnia and its Psychiatric Risk” by Julio Fernandez-Mendoza. Sleep.
Immagine: Insomnia (Joanna Smielowska)
L’ha ripubblicato su Alessandria today @ Web Media. Pier Carlo Lava.
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