
Diceva Rita Levi Montalcini che “rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi.” Navigare nella vita richiede l’equilibrio tra emozione e ragione, un’impresa compiuta dalla regione del cervello “area 32” della corteccia cingolata anteriore. L’area mantiene l’equilibrio emotivo trasmettendo informazioni tra le regioni cerebrali cognitive ed emotive, secondo una nuova ricerca sulle scimmie pubblicata sul Journal of Neuroscience. L’equilibrio emotivo va in tilt nei disturbi dell’umore come la depressione, portando a emozioni negative incontrollate e all’incapacità di uscire dalla ruminazione. In effetti, le persone con depressione spesso hanno un’area 25 iperattiva, una regione coinvolta nell’espressione emotiva. Una sana regolazione emotiva richiede la comunicazione tra regioni cognitive, come la corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC), e regioni emozionali, come l’area 25, nota anche come corteccia subgenuale. Ma poiché queste due aree sono debolmente connesse, deve essere coinvolto un intermediario. I ricercatori del Garvan Institute of Medical Research hanno utilizzato traccianti neuronali bidirezionali per visualizzare le connessioni tra il DLPFC, l’area 25 e l’area 32, un potenziale intermediario, nelle scimmie rhesus. Il DLPFC si collega agli strati più profondi dell’area 32, dove risiedono i neuroni inibitori più forti. L’area 32 si collega a ogni strato dell’area 25, posizionandola come un potente regolatore dell’attività dell’area 25. Nei cervelli sani, il DLPFC segnala all’area 32 di bilanciare l’attività dell’area 25, consentendo l’equilibrio emotivo. Ma nella depressione, il silenzio del DLPFC provoca un’eccessiva attività dell’area 25 e un’elaborazione emotiva fuori controllo. Queste scoperte, apparentemente molto teoriche, avranno molta applicabilità nell’affrontare diverse patologie come, ad esempio, la depressione.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Serial Prefrontal Pathways Are Positioned To Balance Cognition and Emotion in Primates” by Mary Kate P. Joyce, Miguel Ángel García-Cabezas, Yohan J. John and Helen Barbas. Journal of Neuroscience.
Immagine: The Sunny Swing (Aleksandra Raisic)
Immagino possano fare la differenza nelle diagnosi.
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Assolutamente, può essere molto importante!
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L’ha ripubblicato su Alessandria today @ Web Media. Pier Carlo Lava.
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Questa si che è interessante!
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