
Secondo uno studio pubblicato il 22 ottobre sulla rivista PLOS Biology da ricercatori del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences, la variazione del DNA in un gene chiamato ROBO1 è associata alle prime differenze anatomiche in una regione del cervello che gioca un ruolo chiave nella rappresentazione della quantità, spiegando potenzialmente come la variabilità genetica potrebbe modellare le prestazioni matematiche nei bambini. In particolare, gli autori hanno scoperto che le varianti genetiche di ROBO1 nei bambini piccoli sono associate al volume della materia grigia nella corteccia parietale destra, che a sua volta predice i punteggi dei test matematici in seconda elementare. L’abilità matematica è nota per essere ereditabile e correlata a diversi geni che svolgono un ruolo per lo sviluppo del cervello. Ma non è stato chiaro come i geni legati alla matematica potrebbero scolpire il cervello umano in via di sviluppo. Di conseguenza, è una questione aperta come la variazione genetica possa dare origine a differenze nelle capacità matematiche. Per colmare questa lacuna nella conoscenza, i neuroscienziati hanno combinato la genotipizzazione con l’imaging cerebrale in bambini non scolarizzati senza formazione matematica. Gli autori hanno analizzato 18 polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) – varianti genetiche che interessano un singolo blocco di costruzione del DNA – in 10 geni precedentemente implicati nelle prestazioni matematiche. Hanno quindi esaminato la relazione tra queste varianti e il volume di materia grigia (che consiste principalmente di corpi di cellule nervose), in tutto il cervello in un totale di 178 bambini di età compresa tra tre e sei anni sottoposti a risonanza magnetica. Infine, hanno identificato le regioni del cervello i cui volumi di materia grigia potevano prevedere i punteggi dei test di matematica in seconda elementare. Hanno scoperto che le varianti in ROBO1, un gene che regola la crescita prenatale dello strato più esterno di tessuto neurale nel cervello, sono associate al volume della materia grigia nella corteccia parietale destra, una regione chiave del cervello per la rappresentazione della quantità. Inoltre, il volume della materia grigia all’interno di queste regioni prevedeva i punteggi dei test di matematica dei bambini tra i sette e i nove anni di età. Secondo gli autori, i risultati suggeriscono che la variabilità genetica potrebbe plasmare l’abilità matematica influenzando lo sviluppo iniziale del sistema di elaborazione delle quantità di base del cervello.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Neurobiological origins of individual differences in mathematical ability” by Michael A. Skeide et al. PLOS Biology
Immagine: l’immagine è attribuita a Michael A. Skeide, 2020
molto intreressante questo articolo. io ho insegnato matematica per una vita e saperlo forse mi avrebbe aiutato !
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Grazie! Credo che questo tipo di studi sia molto interessante per poter sviluppare modelli diversi di insegnamento in base alle capacità degli studenti. Buona giornata☺️
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esatto! averlo saputo prima!!!
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