
Uno studio psicobiologico condotto dall’Università Complutense di Madrid (UCM) sull’identità personale e la sua modificazione nel tempo parallelamente ai cambiamenti che gli individui subiscono ha dimostrato che l’essenza del nostro essere rimane sostanzialmente stabile negli anni. Nel loro studio, hanno cercato di rispondere alla domanda se siamo la stessa persona per tutta la vita. In combinazione con la letteratura precedente, i loro risultati indicano che esiste una componente che rimane stabile mentre un’altra parte è più suscettibile ai cambiamenti nel tempo. La “continuità del sé” – la capacità di autoconsapevolezza e riconoscimento di sé – rimane stabile mentre altre componenti come aspetti fisici, processi fisiologici e persino atteggiamenti, credenze e valori sono più soggetti a cambiamento. Anche componenti come i tratti della personalità tendono a cambiare leggermente nel corso degli anni, ma il senso di essere se stessi viene preservato, migliorando la nostra comprensione della natura umana. Lo studio, pubblicato su Psychophysiology , ha anche determinato quanto tempo impiega il cervello a riconoscere la propria identità personale come distintiva rispetto alle altre: circa 250 millisecondi. Per svolgere questo studio, l’attività cerebrale e i potenziali cerebrali correlati agli eventi di venti partecipanti sono stati registrati mediante elettroencefalografia (EEG) quando presentati con stimoli e svolgendo compiti di riconoscimento dell’identità e dell’età. La questione della natura umana e delle basi del sé è stata posta sin dagli inizi della filosofia ed è stata oggetto di ricerca in varie discipline, tra cui antropologia e psicologia. Secondo i ricercatori dell’UCM, le alterazioni nella percezione del sé possono essere alla base di vari disturbi della personalità come il disturbo bipolare e la personalità narcisistica, e anche altre malattie mentali come la schizofrenia e la depressione. Per quanto riguarda le applicazioni di questi risultati, ciò dimostra l’importanza della ricerca di base e clinica allo stesso modo nello studio del ruolo dell’identità personale, poiché questo promette di essere un concetto molto più importante di quanto si pensasse in precedenza e può svolgere un valutazione psicologica e processi di intervento.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Am I the same person across my life span? An event‐related brain potentials study of the temporal perspective in self‐identity,” by Miguel Rubianes et al. Psychophysiology
Immagine: The old man and the child (Federico Milano)
Nel mio raginamento semplice ho sempre pensato che caratterialmente si resta gli stessi, è la personalità che può modificarsi, secondo chi e ciò che incontriamo e viviamo nella vita.
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Credo che sia un modello abbastanza corretto!☺️
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