Ecco un’altra testimonianza del nostro nuovo amico centroasociale.com, che ci racconta la voglia di cambiamento di chi vive il disagio e vuole fare di tutto per uscirne e trascinare con sé i “compagni di disavventura”

Se c’è una cosa che non sopporto nella società odierna, che ci accomuna tutti e che ci caratterizza, sono il silenzio e l’indifferenza. Ma perché nel titolo ho scritto “baluardi incoscienti ” ? Perché spesso noi che spesso subiamo questi torti di silenzio e di indifferenza, ne siamo i primi portavoce senza neanche rendercene nemmeno conto secondo me. Potremmo dare una mano, in molti piccoli gesti della nostra vita quotidiana, aiutando il prossimo, senza recare danno a noi stessi e senza rubarci del tempo, piccoli gesti che ci farebbero sentire meglio. Il silenzio e l’indifferenza sono come due macchie nere, che si propagano in un oceano, 2 chiazze di petrolio che inondano esso e lo fanno diventare scuro, e coltivano nelle persone che lo ricevono un germe, quel germe è quello dell’odio. Il silenzio fa male, molto male, così come l’indifferenza, al contrario di un insulto o di una risposta negativa, questo non lo si può elaborare, perché per l’appunto tutto è vissuto in una sorta di black out della parola e gesti. Anche se esiste una sorta di comunicazione non verbale, a meno che qualcuno non l’abbia studiata e non sia un adulto preparato dubito che l’ha si riesca a cogliere. Quando il silenzio e l’indifferenza sono vissuti da un bambino in famiglia, si vengono a creare vere forme di abusi psicologici all’interno delle 4 mura di casa, perché quando non c’è comunicazione e le cose non si dicono, rimangono “non dette” per anni e anni e si possono così trasformare in veri e propri traumi infantili, che poi innescheranno in un adulto dei meccanismi di difesa, a seconda della situazione che si è recata nell’ambito familiare. Bisogna quindi fare attenzione agli occhi di chi vive queste due cose, perché spesso nasconde una richiesta di aiuto, spesso ci si chiude, si vive come un “rifiuto” sia il silenzio, sia l’indifferenza, per le persone più fragili è così. Dobbiamo tendere sempre una mano al prossimo, e il mio non è un discorso di religione o di cristianità, ma è un discorso che vuole racchiudere una certa appartenenza a noi, che apparteniamo per l’appunto al genere umano. Il bene ed il male esisteranno sempre su questa terra, perché vivono in equilibrio con ciascuno di noi e in ciascuno di noi e nelle cose, però la mano dobbiamo sempre tenderla, osservare le nostre ombre non significa diventare cattivi e portatori di sofferenze.
Immagine: Indifference (Roberta Di Gregorio)
Condivido pienamente e nel mio piccolo cerco di agire di conseguenza ascoltando e cercando di non essere indifferente al malessere di chi mi circonda.
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Nice contribution and style of writing. Thought provoking.
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Senza presunzione. non mi appartiene per fortuna nè uno nè l’altra…sono sempre disponibile.
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Rebloggo
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