
La velocità con cui produciamo le espressioni facciali gioca un ruolo importante nella nostra capacità di riconoscere le emozioni negli altri, secondo una nuova ricerca presso l’Università di Birmingham. Un team della Facoltà di Psicologia dell’Università ha condotto una ricerca che ha dimostrato che le persone tendono a produrre espressioni felici e arrabbiate più rapidamente, mentre le espressioni tristi vengono prodotte più lentamente. Il team ha scoperto che la nostra capacità di formare giudizi sulle espressioni facciali delle persone ha stretti legami con la velocità con cui tali espressioni vengono prodotte ed è anche strettamente correlata ai modi in cui produrremmo tali espressioni noi stessi. Lo studio è pubblicato su Emotion. Essere in grado di riconoscere e interpretare le espressioni facciali è una parte vitale dell’interazione sociale. Sebbene comprendiamo le caratteristiche spaziali di un’espressione – il modo in cui la bocca si muove in un sorriso, per esempio – le velocità con cui vengono prodotte le espressioni sono spesso trascurate. La capacità di cogliere e interpretare rapidamente questi segnali potrebbe anche aiutare le persone a giudicare le espressioni facciali anche quando indossare la maschera potrebbe limitare altri segnali visivi. Una migliore comprensione di come le persone interpretano questo importante segnale visivo, potrebbe darci nuove informazioni sulla diagnosi di condizioni come il disturbo dello spettro autistico o il morbo di Parkinson. Questo perché i pazienti con queste condizioni spesso riconoscono le espressioni facciali in modo diverso o mostrano espressioni in modo diverso. Nello studio, il team ha chiesto alle persone di creare espressioni facciali dirette a una telecamera e ha utilizzato un programma software opensource chiamato OpenFace per monitorare i loro movimenti facciali. Hanno misurato la velocità di movimento nelle regioni del viso note per essere importanti nella produzione di espressione, comprese le sopracciglia, il naso e la bocca, nonché in tutto il viso nel suo insieme. Nella prima parte dell’esperimento, i ricercatori hanno studiato la velocità media alla quale i partecipanti hanno prodotto espressioni diverse. È stato chiesto loro di produrre “espressioni in posa”, nonché espressioni durante il discorso, ed espressioni spontanee sono state registrate in risposta a video che inducono emozioni. È interessante notare che hanno mostrato che le differenze di velocità tra le emozioni dipendono dalla regione del viso e dal “tipo” di espressione considerato. In una seconda fase dello studio, il team ha studiato cosa sarebbe accaduto se avessero catturato versioni schematiche delle espressioni facciali prodotte e manipolato le velocità coinvolte. In questo esperimento, i ricercatori hanno scoperto che quando l’atto di espressione è stato accelerato, le persone migliorerebbero nel riconoscerlo come felice o arrabbiato, mentre se fosse rallentato, le persone lo avrebbero identificato più accuratamente come triste. Oltre ad essere importante per la diagnosi precoce dell’autismo e del morbo di Parkinson, i ricercatori ritengono che il lavoro potrebbe essere utile anche in una serie di applicazioni di intelligenza artificiale come il software di riconoscimento facciale.
Daniele Corbo
Bibliografia: “The Role of Movement Kinematics in Facial Emotion Expression Production and Recognition” by Sowden et al. Emotion
Immagine: Smile (Jhonas Vieira)
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