
Le persone che spesso cercano di impressionare o persuadere gli altri con esagerazioni e distorsioni fuorvianti hanno maggiori probabilità di essere ingannate da una disinformazione dalla portata impressionante, secondo una nuova ricerca dell’Università di Waterloo. I ricercatori hanno scoperto che le persone che spesso si dedicano a “storielle persuasive” (BSer) erano in realtà piuttosto scarse nell’identificarle. Nello specifico, avevano difficoltà a distinguere fatti intenzionalmente profondi o scientificamente accurati da una finzione impressionante ma priva di significato. È importante sottolineare che questi frequenti BSer hanno anche molte più probabilità di cadere per i titoli delle notizie false. Probabilmente sembra intuitivo credere che non si possa ingannare qualcuno che sia abile ad ingannare gli altri, ma questa ricerca suggerisce che in realtà non è così. In effetti, sembra che i maggiori BSer siano ironicamente alcuni di quelli che più probabilmente ci cascano. I ricercatori definiscono “storielle” le informazioni progettate per impressionare, persuadere o altrimenti fuorviare le persone che sono spesso costruite senza preoccuparsi della verità. Identificano anche due tipi di storielle: persuasive ed evasive. “Persuasivo” utilizza esagerazioni e abbellimenti fuorvianti per impressionare, persuadere o adattarsi agli altri, mentre “evasivo” implica dare risposte irrilevanti ed evasive in situazioni in cui la franchezza potrebbe ferire o potrebbe creare danni alla reputazione. In una serie di studi condotti con oltre 800 partecipanti provenienti da Stati Uniti e Canada, i ricercatori hanno esaminato le relazioni tra il coinvolgimento auto-riferito dei partecipanti in entrambi i tipi di BSer e le loro valutazioni di quanto profonde, veritiere o accurate abbiano trovato dichiarazioni pseudo-scientifiche e titoli di notizie false. I partecipanti hanno anche completato misure di capacità cognitiva, intuizione metacognitiva, eccessiva sicurezza intellettuale e pensiero riflessivo. Hanno scoperto che più spesso qualcuno si impegna in storielle persuasive, più è probabile che venga ingannato da vari tipi di informazioni fuorvianti indipendentemente dalle loro capacità cognitive, dall’impegno nel pensiero riflessivo o dalle abilità metacognitive. I BSers persuasivi sembrano scambiare la profondità superficiale per la profondità effettiva. Quindi, se qualcosa suona semplicemente profondo, veritiero o accurato per loro, significa che lo è davvero. Invece i BSers evasivi erano molto più bravi a fare questa distinzione. La ricerca può aiutare a far luce sui processi alla base della diffusione di alcuni tipi di disinformazione, che potrebbero avere importanti implicazioni per la lotta a questo crescente problema.
Daniele Corbo
Bibliografia: “‘You can’t bullshit a bullshitter’ (or can you?): Bullshitting frequency predicts receptivity to various types of misleading information” by Shane Littrell et al. British Journal of Social Psychology
Immagine: small talk (bart buijsen)