
Una nuova ricerca suggerisce che le persone senza formazione musicale hanno aree del cervello in grado di identificare e rispondere alla musica, anche se non hanno familiarità con il genere. Lo studio, pubblicato nel Journal of Neurophysiology ( JNP ), è stato scelto come articolo APSselect per aprile.
La ricerca ha dimostrato che l’esposizione a suoni specifici può causare cambiamenti a lungo termine nella corteccia uditiva, l’area del cervello che elabora il suono. Studi sulla plasticità guidata dall’esperienza – la capacità delle cellule nervose (neuroni) di cambiare con l’esposizione a stimoli sonori – sono stati condotti negli animali, ma si sa meno di questi adattamenti nelle persone.
In un nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato l’imaging fMRI per esaminare le popolazioni neurali che rispondono più alla musica rispetto ad altri tipi di suoni, chiamati selettività musicale, nei giovani adulti. La metà dei volontari, considerati “non musicisti”, aveva meno di due anni di formazione musicale. L’altra metà dei volontari aveva una media di 16 anni di formazione musicale ed era considerata “musicista” nel contesto di questo studio. Il gruppo di musicisti ha iniziato la formazione musicale prima dei sette anni e attualmente si stava allenando al momento dello studio.
I partecipanti hanno ascoltato clip di due secondi di 192 suoni naturali, che includevano diversi generi musicali. Alcuni dei suoni musicali erano di batteria e di natura meno melodica, mentre altri erano clip di generi musicali a cui la maggior parte delle persone cresciute in una cultura occidentale non è abituata. Il team di ricerca ha scoperto che le regioni selettive per la musica nella corteccia cerebrale rispondevano fortemente ai suoni musicali familiari e non familiari, rispetto ai suoni non musicali, sia nei musicisti che nei non musicisti.
Questi risultati mostrano che l’esposizione passiva alla musica è sufficiente per lo sviluppo della selettività musicale e le risposte si estendono a ritmi con poca melodia e a generi musicali relativamente poco familiari. Una delle questioni aperte più interessanti sollevate da queste scoperte è se la selettività della musica corticale rifletta la conoscenza implicita acquisita attraverso l’esposizione tipica alla musica o se è presente dalla nascita, hanno scritto i ricercatori. Ulteriori analisi possono aiutare a rispondere a queste domande ed esplorare la capacità tipicamente umana per la musica.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Music-selective neural populations arise without musical training” by Dana Boebinger et al. Journal of Neurophysiology
Immagine: Vinyl kitty’s (Timothy Adam Matthews)