
Il sonnambulismo – altrimenti noto come camminare nel sonno– è un fenomeno che ha affascinato il pubblico e i neurologi per decenni, ma molte delle sue cause rimangono un mistero. Colpisce fino al 4% degli adulti, il sonnambulismo è una parasonnia del sonno senza movimento rapido degli occhi (NREM) che non solo fa dormire male la notte a qualcuno, ma li espone anche a un serio rischio di lesioni e, in alcuni casi, porta a involontaria violenza contro gli altri. Il giorno successivo può anche rivelarsi impegnativo poiché il sonnambulo si sentirà irrequieto e con un forte desiderio di addormentarsi (sonnolenza).
Sfortunatamente per coloro che sono predisposti a episodi di sonnambulismo, la privazione prolungata del sonno aumenta sia la loro frequenza che la loro complessità, rendendo più difficile per loro raggiungere il sonno profondo di cui il corpo ha bisogno per funzionare in modo sano. Ora, in un articolo pubblicato su Frontiers in Neurology , i ricercatori dell’Università di Montréal e del Montreal Sacred Heart Hospital, in Canada, miravano a indagare ulteriormente sull’ipotesi che il sonnambulismo fosse un disturbo dell’eccitazione e del sonno profondo scarsamente regolato (sonno a onde lente). Più specificamente, hanno esaminato come il sistema nervoso autonomo, misurato tramite la frequenza cardiaca, influenzi il sonno profondo nei sonnambuli.
Per lo studio sono stati reclutati 14 sonnambuli adulti e 14 controlli normali di pari sesso ed età. Sono stati valutati utilizzando la video-polisonnografia per una notte e durante il sonno di recupero dopo 25 ore di privazione del sonno. Può essere una sfida mettere insieme uno studio che indaghi sui misteriosi meccanismi interni del sonnambulismo. Una sfida nello studio di grandi coorti di sonnambuli è la prevalenza relativamente bassa del disturbo nella popolazione adulta. Fortunatamente, il Center for Advanced Research in Sleep Medicine, dove è stata condotta questa ricerca, è una struttura clinica e di ricerca unica nel suo genere in Canada, affiliata con una delle cliniche più grandi e altamente specializzate per i disturbi del sonno del paese che valuta oltre 1.000 pazienti all’anno. Come regola generale, tuttavia, i sonnambuli adulti sono prontamente disposti a prendere parte a studi di ricerca volti a comprendere meglio le cause alla base e i possibili trattamenti del disturbo del sonno.
Il sistema nervoso autonomo regola le funzioni fisiologiche del corpo ed è composto dal ramo simpatico, che è alla base della risposta “combatti o fuggi”, e dal ramo parasimpatico, che è alla base della risposta “riposa e digerisci“. I ricercatori hanno scoperto che i sonnambuli mostrano un’elevata risposta di riposo e digestione e una minore risposta di lotta o fuga durante il sonno profondo. Anche se le cause del sonnambulismo rimangono poco chiare, sappiamo che mentre dormono, i sonnambuli possono sperimentare un’interazione anormale tra i processi legati all’eccitazione e al sonno profondo, anche al di fuori dei loro episodi. In altre parole, i sonnambuli possono presentare contemporaneamente prove di veglia e sonno profondo; uno stato dal quale possono insorgere episodi di sonnambulismo. I risultati indicano che, rispetto agli adulti sani, il sistema nervoso autonomo dei sonnambuli favorisce la loro attività parasimpatica, o risposta di riposo e digestione, durante il sonno. Questo apre un modo nuovo e più ampio per comprendere i processi biologici implicati nel sonnambulismo.
I risultati sono stati “sorprendenti”, poiché si presumeva che il sonno profondo dei sonnambuli avrebbe mostrato un’elevata risposta di lotta o fuga che li avrebbe predisposti a rischi più elevati di sperimentare episodi di sonnambulismo. Un limite dello studio è che misurare l’influenza dei rami simpatico e parasimpatico sul battito cardiaco di una persona è un approccio indiretto e può essere confuso da altri fattori. Mentre i risultati indicano la presenza di un sistema nervoso autonomo alterato durante il sonno profondo dei sonnambuli, resta da determinare se e come questa attività atipica sia coinvolta nel verificarsi di episodi di sonnambulismo reali. Dal momento che diversi agenti farmaceutici possono essere utilizzati per modulare gli effetti autonomici, tali sedi di trattamento potrebbero essere esplorate se questi risultati vengono replicati e ampliati.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Autonomic Modulation During Baseline and Recovery Sleep in Adult Sleepwalkers” by Antonio Zadra et al. Frontiers in Neurology
Immagine: THE SLEEPWALKER (james wallace)
Thank you, Daniele. I did some digging and learned this study was originally done by Geneviève Scavone and her team this year (2021). “Autonomic Modulation During Baseline and Recovery Sleep in Adult Sleepwalkers. Frontiers in Neurology.” doi.org/10.3389/fneur.2021.680596.
This is such a fascinating subject. I wrote a short story about a sleepwalker named Mary Ann. ♥.
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You are welcome! Generally my posts are inspirated by some study that I cite in the reference at the end. To me, this topic is very fascinating too and I find all the stories about this very interesting. Thanks😘❤️
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Me too! Thanks very much, Daniele. ♥.
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You’re wellcome!❤️
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PS Ho dovuto tradurre il tuo articolo utilizzando Google Translate. Stavo per tradurre la risposta, ma poiché conteneva informazioni tecniche e cita, ho deciso di metterla nell’unica lingua (finora) in cui sono fluente. ^^ Ma, poiché questo è un post script, ho voluto dare un’altra possibilità al traduttore AI. Spero che questo sia leggibile! Grazie ancora per una lettura davvero interessante.
More about this source textSource text required for additional translation information. ♥. nf
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You can write in English, don’t worry. But Google translate does a goog job! 😘
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Thank you. ♥.
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