
L’effetto “parla da solo” – il fenomeno per cui le persone che balbettano non balbettano quando sono sole – è stato notato in resoconti aneddotici, ma fino ad ora non è stato supportato da prove. Un nuovo studio sul Journal of Fluency Disorders, condotto dai ricercatori della NYU Steinhardt, esplora l’effetto del parlare da soli tra le persone che balbettano e come la pressione sociale e la percezione di un ascoltatore possono influenzare il discorso.
Nell’articolo, “Adults who stutter do not stutter during private speech”, gli autori concludono che l’effetto del parlare da soli è reale e che la percezione di essere ascoltati da un ascoltatore gioca un ruolo chiave nel fatto che una persona balbetti. Ci sono molte prove aneddotiche che le persone che balbettano non balbettano quando parlano da sole, ma questo fenomeno non è stato confermato in laboratorio, principalmente perché è difficile creare le condizioni in cui le persone credono di essere veramente sole.
I ricercatori hanno valutato 24 adulti in cinque condizioni diverse: discorso colloquiale, lettura ad alta voce, discorso privato (in cui i partecipanti pensavano che nessuno stesse ascoltando), ripetizione del discorso privato per due ascoltatori e discorso spontaneo. Ad eccezione del discorso privato, tutte le condizioni prevedevano che i partecipanti parlassero o leggessero ad altri. Nella condizione del discorso privato, i partecipanti sono stati lasciati soli a completare un impegnativo compito di programmazione del computer, che ha dimostrato di suscitare il discorso privato in studi precedenti. I partecipanti sono stati anche indotti a pensare che nessuno li stesse ascoltando ed è stato detto loro che le persone che parlano ad alta voce da sole hanno maggiori probabilità di svolgere meglio il compito. La condizione del discorso privato era l’unica condizione in cui i casi di balbuzie erano inesistenti.
Lo studio, compresi i metodi di inganno, è stato approvato dall’Institutional Review Board della NYU. Tutti i partecipanti sono stati informati della componente dell’inganno dopo la sua conclusione e hanno acconsentito a continuare l’esperimento. Hanno sviluppato un nuovo metodo per convincere i partecipanti che sono soli, che il loro discorso non sarebbe stato ascoltato da un ascoltatore, e hanno scoperto che i balbuzienti adulti non balbettano in queste condizioni.
Si può ritenere che questo fornisca la prova che la balbuzie non è solo un problema di “linguaggio”, ma che al suo interno deve esserci una forte componente sociale. La presenza o la possibilità di un ascoltatore introduce la possibilità che l’oratore venga valutato socialmente. Quando un oratore parla in privato, non c’è componente sociale e, quindi, l’oratore non è interessato alla percezione o al giudizio. Gli autori delineano le direzioni future per la ricerca sulla balbuzie e suggeriscono che l’esame del discorso privato nei bambini piccoli offrirebbe una visione significativa delle fasi in cui le considerazioni sociali iniziano a influenzare la balbuzie.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Adults who stutter do not stutter during private speech” by Eric S. Jackson et al. Journal of Fluency Disorders
Immagine: Freedom of Speech (Kasun Wickramasinghe)
Confermo!! Così come, permettimi di condividere la mia esperienza personale – di sempre – non riesco a comunicare in modo lineare ciò che vorrei dire quando ho di fronte una persona, o meglio, quando “sento” che ho di fronte una persona, per me, poco accogliente. Come se nella mia mente ci fosse un black out ed io non sapessi più come comporre il discorso. Una mente balbettante. Esampio: proprio ieri al telefono con un gallerista che mi chiedeva com’era un’artista…figurativo usa delle belle tonalità di blu..un disastro e una vergogna. sempre così. Parola balbuziente, mente balbuziente: solo di fronte e in certe situazioni.
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La tua sensibilità e la tua emotività ti portano ad essere insicura difronte ad un interlocutore poco accogliente…lo capisco bene…
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Grazie Daniele. Buona settimana.
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Grazie a te cara Augusta
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A mio fratello, da bambino, è capitato di balbettare a seguito di uno spavento e la mia famiglia è riuscita a sistemare la questione attraverso un centro dedicato al linguaggio. Ma ci è voluto qualche anno prima di tornare alla normalità.
Insomma, penso sia un’altra prova che l’emotività ha un forte impatto su ognuno di noi.
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I traumi vengono elaborati e manifestati nei modi più disparati, soprattutto da bambini e superarli è molto difficile. Ciao Rita
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