Un approccio ritmico alla musicoterapia per i malati di Parkinson

Music way - Limited Edition of 300 New Media by Masha Glazkova |

Una vecchia poesia dice che la musica calma la bestia selvaggia, ma un gruppo di ricercatori sta conducendo ricerche per scoprire se la musica può anche lenire gli effetti del morbo di Parkinson sulle capacità motorie. Il gruppo della School of Medicine dell’Università del Colorado, ha recentemente pubblicato i protocolli per il suo studio che valuta gli effetti sui pazienti di Parkinson di un tipo specifico di terapia riabilitativa basata sulla musica chiamata musicoterapia neurologica. La terapia utilizza combinazioni specifiche di ritmo e movimento per “riprogrammare” determinate frequenze nel cervello.
Nel Parkinson, le frequenze beta hanno maggiori probabilità di essere compromesse. L’idea dello studio è quella di utilizzare ritmi esterni che mirano specificamente a quelle frequenze trascinandole a un livello diverso, modulandole per ripristinare una sorta di omeostasi nell’attività cerebrale.

Tono e tempo

Nello studio finanziato dal National Institutes of Health, i musicoterapisti lavorano con i malati di Parkinson tre volte alla settimana. Le sessioni iniziano con esercizi di destrezza e movimenti ritmici delle mani e delle dita; i pazienti utilizzano quindi strumenti a percussione chiamati nacchere e una tastiera ponderata per aumentare ulteriormente la destrezza e le capacità motorie. Durante gli altri quattro giorni della settimana, i pazienti eseguono gli esercizi a casa. I tempi aumentano ogni settimana di trattamento.
Il gruppo ha randomizzato il suo studio in quattro gruppi, uno che non riceve alcuna terapia, uno che riceve una terapia occupazionale standard, uno che riceve una musicoterapia neurologica in cui il paziente detta il ritmo attraverso i propri movimenti e uno che ottiene musicoterapia neurologica in cui il ritmo è dettato da un metronomo, un dispositivo utilizzato dai musicisti per mantenere un tempo costante. L’ipotesi è che i pazienti del gruppo che utilizzano il metronomo vedranno i maggiori miglioramenti, poiché il “cueing ritmico esterno” sembra avere la capacità di bypassare alcuni percorsi neurali danneggiati nei pazienti con Parkinson e aiutare il motorio del cervello a eseguire una corretta sequenza di movimento.
L’idea è che se stai facendo movimenti generati internamente, fai affidamento su circuiti neuronali motori che sono compromessi nel Parkinson, quindi hai alcuni problemi a fare i movimenti, o sono lenti e non coordinati. Quando il tuo movimento è guidato da ritmi esterni, allora il movimento sembra essere più facile da eseguire. Stanno osservando le reti che vengono mobilitate durante il movimento interno rispetto a quello guidato dall’esterno e stanno cercando di districare quale aspetto diverso è significativo in termini di mobilitazione delle reti cerebrali.

Diventare creativi e la strada per una terapia standardizzata

Un’altra componente delle sessioni di musicoterapia neurologica, indipendentemente dal fatto che utilizzino o meno movimenti guidati dall’esterno, è un periodo di tempo in cui i pazienti possono improvvisare al pianoforte. Non si sa davvero perché o come, ma c’è una grande componente di contentezza emotiva che deriva dalla produzione di musica. Sembra aumentare la qualità della vita per alcune persone. Molte persone si sentono molto a disagio all’inizio dell’improvvisazione, ma alla fine piace molto.
I ricercatori hanno in programma di raccogliere dati durante lo studio, misurando la destrezza delle dita attraverso un “test del pannello forato scanalato” che richiede la rotazione di una serie di 25 pioli in determinate posizioni per essere posizionati correttamente. Misureranno anche la qualità della vita e i livelli di ansia e depressione. I dati meccanicistici raccolti possono informare la ricerca futura che porterà a trattamenti e interventi riabilitativi per i pazienti con Parkinson e altri disturbi dei gangli della base, e forse altre malattie neurologiche – potrebbe anche approfondire la conoscenza dei processi neurali utilizzati dalla musica.
Per i pazienti con Parkinson, si spera che lo studio alla fine porti a un intervento musicale standardizzato per aiutare a migliorare le capacità motorie. In questo momento, se hai difficoltà motorie dovute al Parkinson, i farmaci non aiutano. I farmaci aiutano con l’andatura e l’equilibrio, e alcuni farmaci aiutano con i tremori. Ma le capacità motorie fini non sono davvero gestite bene dalla terapia farmacologica. È davvero un approccio sintomatico, quindi se scoprono che è efficace per il Parkinson, faranno una sperimentazione clinica più ampia in modo che la musicoterapia possa essere ulteriormente approvata come una delle terapie cliniche per le capacità motorie.

Daniele Corbo

Bibliografia: “Randomized controlled trial of neurologic music therapy in Parkinson’s disease: research rehabilitation protocols for mechanistic and clinical investigations” by Isabelle Buard et al. Trials

Immagine: Music way (Masha Glazkova)

8 commenti Aggiungi il tuo

  1. Viaggiando con Bea ha detto:

    Molto interessante Daniele. Mi domando se ci sono dei centri dove fare musicoterapia mirata. Un salutone

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    1. Ciao, grazie. Francamente non lo so, se ce ne sono non credo ce ne siano molti in Italia. Sicuramente però è un’area di interesse che deve crescere perché molto utile.

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      1. Viaggiando con Bea ha detto:

        Grazie Daniele, un buon fine settimana anche a te.

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  2. Le perle di R. ha detto:

    Se dovesse rivelarsi efficace, sarebbe anche piacevole e motivazionale per coloro che vivono tale condizione. E magari li farebbe sentire anche meglio integrati nel sociale, dato che, immagino, il disagio non è proprio leggero

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    1. Il disagio è notevole per queste persone e qualsiasi miglioramento alla loro qualità della vita è tantissimo. Inoltre non si hanno effetti collaterali…

      Piace a 1 persona

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