
Una nuova ricerca suggerisce che avere uno scopo più forte nella vita (PiL) può promuovere la resilienza cognitiva tra gli adulti di mezza età. La resilienza cognitiva si riferisce alla capacità del cervello di far fronte a fattori di stress, lesioni e patologie e resistere allo sviluppo di sintomi o disabilità. Inoltre, avere una vita propositiva implica cambiamenti nell’organizzazione del cervello con una specifica rete cerebrale, la Dorsal Default Mode Network, che mostra maggiori connessioni funzionali all’interno dei suoi componenti e con altre aree cerebrali. Questo può rappresentare un meccanismo di neuroprotezione che alla fine garantisce una migliore funzione cognitiva in età avanzata. Questi sono tra i risultati dell’articolo “Purpose In Life Promotes Resilience To Age-Related Brain Burden And Neuroprotection Through Functional Connectivity In Middle-Aged Adults”, pubblicato sulla rivista Alzheimer’s Research & Therapy .
I dati attuali estendono le scoperte precedenti trovate nell’età avanzata e nell’invecchiamento patologico, come il morbo di Alzheimer, rivelando che avere un forte senso dello scopo potrebbe conferire resilienza già nella mezza età. Il fatto che gli individui nel gruppo dello scopo superiore nella vita avessero una maggiore connettività tra specifici nodi della rete in modalità predefinita dorsale, che correlavano con le prestazioni cognitive, suggerisce che tali cambiamenti nell’organizzazione funzionale del cervello potrebbero rappresentare il meccanismo mediante il quale uno scopo maggiore nella vita la vita promuove la salute del cervello e protegge il cervello dalle disfunzioni anche di fronte a stress, avversità e malattie.
Ciò che è anche eccitante è che ognuno di noi, con una guida e un supporto adeguati, può sviluppare e sostenere un forte senso dello scopo e quindi contribuire alla salute e al benessere del nostro cervello.
Contesto
Gli agenti modificanti la malattia per contrastare il deterioramento cognitivo in età avanzata rimangono sfuggenti. Pertanto, l’identificazione dei fattori modificabili che promuovono la riserva cerebrale e la resilienza è fondamentale. Nella malattia di Alzheimer, l’istruzione e l’occupazione sono tipiche caratteristiche che possono preservare dalla malattia. Tuttavia, l’importanza dei fattori psicologici viene sempre più riconosciuta, poiché i loro meccanismi biologici operativi vengono chiariti. Lo scopo nella vita, uno dei pilastri del benessere psicologico, è stato precedentemente scoperto per ridurre gli effetti deleteri dei cambiamenti patologici correlati alla malattia di Alzheimer sulla cognizione. Tuttavia, rimane sconosciuto se lo scopo nella vita operi come fattore di resilienza cognitiva negli individui di mezza età e quali siano i meccanismi neurali sottostanti.
Metodi
I dati sono stati ottenuti da 624 adulti di mezza età (età media 53,71 ± 6,9; 303 donne) della coorte della Barcelona Brain Health Initiative. Gli individui con tassi di scopo nella vita (PiL) più bassi (N=146) e più alti (N=100), secondo la divisione di questa variabile in quintili, sono stati confrontati in termini di stato cognitivo, una misura che riflette il carico cerebrale (lesioni della sostanza bianca; WML) e connettività funzionale allo stato di riposo (rs-FC), esaminando i parametri di segregazione del sistema (SyS) utilizzando 14 circuiti cerebrali comuni.
Risultati
Lo stato neuropsicologico e il carico di WML non differivano tra i gruppi PiL. Tuttavia, nel gruppo con PiL inferiore, WML maggiori hanno comportato un impatto negativo sulle funzioni esecutive. I soggetti nel gruppo PiL più alto hanno mostrato un SyS inferiore del DMN dorsale (dDMN), indicando una minore segregazione di questa rete da altri circuiti cerebrali. In particolare, gli individui con PiL più elevato avevano una maggiore connettività inter-network tra specifici nodi dDMN, tra cui la corteccia frontale, la formazione dell’ippocampo, la regione del cingolato medio e il resto del cervello. Una maggiore connettività funzionale in alcuni di questi nodi era positivamente correlata con le prestazioni cognitive.
Daniele Corbo
Bibliografia: “Purpose in life promotes resilience to age-related brain burden in middle-aged adults” by Kilian Abellaneda-Pérez et al. Alzheimer’s Research & Therapy
Immagine: made by OrmeSvelate with AI
🖤
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🩵
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Informativo e interessante!
Grazie ❣️❣️❣️
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Grazie cara Luisa!🩷
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Un abbraccio, caro Daniele 🤗
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🤗😘
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“Vita propositiva”
Io ho notato di vivere molto meglio quando ho traguardi – anche piccoli – da raggiungere in tempi brevi-medi.
Questo mi tiene la mente indirizzata verso uno scopo, e noto di avere meno ansie rispetto a quando – incredibile – mi trovo in situazioni di maggiore tranquillità.
Avere un obiettivo è a mio avviso un bene non solo per l’aspetto cognitivo, ma anche per la nostra esistenza in senso lato.
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e ciò che va bene per la nostra esistenza va bene anche per la longevità cognitiva.
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