
L’abbiamo sperimentato tutti – quell’inspiegabile e un po’ scomodo senso di soddisfazione quando osserviamo la sfortuna degli altri. Questo fenomeno non è un riflesso di intenzioni maligne, ma piuttosto un’emozione umana nota come ” schadenfreude “. Termine derivato dalle parole tedesche “Schaden” e “Freude”, che significano rispettivamente “danno” e “gioia”, schadenfreude rappresenta un’interessante confluenza di complessi processi emotivi e cognitivi.
Ma cosa succede esattamente nel nostro cervello quando sperimentiamo schadenfreude? Le neuroscienze di Schadenfreude è un campo di studio relativamente recente e ha fornito affascinanti intuizioni sulla natura sfumata di questa emozione. Coinvolge varie aree del cervello che lavorano insieme per elaborare i complessi elementi sociali ed emotivi di questo sentimento. Un’area implicata nell’esperienza di schadenfreude è la corteccia prefrontale ventromediale (vmPFC). Il vmPFC svolge un ruolo fondamentale nella valutazione della ricompensa e del rischio nel processo decisionale ed è noto per essere coinvolto nei sentimenti di empatia. Tuttavia, questa regione si attiva anche durante i casi di schadenfreude, evidenziando il suo ruolo nell’elaborazione di complesse emozioni sociali.
In uno studio del 2009 i partecipanti hanno mostrato una maggiore attività nel vmPFC quando hanno osservato un individuo antipatico che sperimentava la sfortuna. Inoltre, entra in gioco anche lo striato ventrale, un componente chiave del circuito di ricompensa del cervello. In uno studio del 2014 è stato riscontrato che i partecipanti avevano una maggiore attività nello striato ventrale durante l’esperienza di schadenfreude. Ciò suggerisce che potremmo trarre un certo livello di piacere o soddisfazione dal vedere le disgrazie degli altri, in particolare se nutriamo sentimenti negativi nei loro confronti.
È interessante notare che anche l’esperienza di schadenfreude sembra essere intrecciata con sentimenti di invidia. Uno studio del 2017 ha rivelato che quando le persone si sentivano invidiose di un’altra persona, era probabile che la sfortuna di quella persona scatenasse sentimenti di schadenfreude. Questo studio ha mostrato che l’esperienza di schadenfreude e dell’invidia era associata a modelli distinti di attività cerebrale, con l’invidia legata all’aumentata attivazione nella corteccia cingolata anteriore (una regione associata all’elaborazione del dolore) e schadenfreude correlata all’attivazione nello striato ventrale.
Schadenfreude, quindi, sembra essere un’emozione sociale complessa che coinvolge più aree cerebrali legate all’elaborazione della ricompensa, alla cognizione sociale e all’empatia. È una testimonianza della natura intricata delle emozioni umane, rivelando come i nostri cervelli navigano nelle acque a volte torbide delle interazioni sociali. Comprendere le neuroscienze di Schadenfreude non solo fa luce su questa particolare emozione, ma apre anche indagini più ampie sulla natura sociale del nostro cervello. Inoltre, la comprensione delle neuroscienze di Schadenfreude può potenzialmente aiutare nella comprensione di vari disturbi socio-cognitivi. Ad esempio, esplorare le basi neurali di schadenfreude potrebbe potenzialmente contribuire alla nostra conoscenza di condizioni come il disturbo antisociale di personalità , dove c’è una mancanza di empatia e un aumento di schadenfreude.
In conclusione, lo studio di schadenfreude ci fornisce un’affascinante visione del funzionamento sociale ed emotivo del nostro cervello. Sottolinea la complessità delle emozioni umane e offre intriganti possibilità per future ricerche sul nostro cervello sociale.
Daniele Corbo
Bibliografia:
“Schadenfreude deconstructed and reconstructed: A tripartite motivational model” by Shensheng Wang, Scott O. Lilienfeld, and Philippe Rochat in New Ideas in Psychology
“When Your Gain Is My Pain and Your Pain Is My Gain: Neural Correlates of Envy and Schadenfreude” by Takahashi, H et al. Science
“Theory of mind and empathy as multidimensional constructs: Neurological foundations” by Shamay-Tsoory, S. G et al. Topics in Language Disorders
“A lesion model of envy and Schadenfreude: legal, deservingness and moral dimensions as revealed by neurodegeneration” by Santamaría-García, H. Brain
“Schadenfreude: A Counternormative Observer Response to Workplace Mistreatment”
Xinxin Li, Daniel J. McAllister, Remus Ilies and Jamie L. Gloor. Academy of Management Review.
Immagine: made by OrmeSvelate with AI
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😘
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Rimane un ben magra soddisfazione, ovvero quando la mente ” mente”………………..
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Mai amato/voluto le sfortune/disgrazie altrui.
Qualche volta – ma raramente – mi sono compiaciuto del ritorno “dalle stelle alle stalle” di chi, senza meriti, aveva ottenuto successo e visibilità nel mondo televisivo o artistico, più come senso di giustizia verso chi, maggiormente talentuoso, certe fortune non le aveva mai avute.
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